HPV e il progetto ImmUniGe

HPV e progetto ImmuniGe

HPV (Papilloma Virus Umano) rappresenta la causa principale di tumore del collo dell’utero che, dopo quello al seno, è il cancro più diffuso nella popolazione femminile. Non è un caso che anche l’infezione sia largamente diffusa ed è stimato che circa l’80% delle donne sessualmente attive la contragga almeno una volta nella vita. Nonostante ciò, nella maggior parte dei casi l’infezione si risolve spontaneamente, ma la persistenza dell’infezione nel tempo, associata ad alcuni fattori di rischio, può contribuire allo sviluppo di un tumore. L’infezione da HPV è subdola, poiché spesso risulta asintomatica e viene identificata quando si è già sviluppata una patologia correlata. Il virus ha una propensione ad ancorarsi alle cellule di cute e mucose, sia orali che genitali, e può causare lesioni benigne, come verruche o papillomi, o, nei casi più gravi, un carcinoma.

Sebbene HPV sia da sempre associato alla popolazione femminile, gli uomini non sono, di fatto, esclusi dalla possibilità di sviluppare una condizione patologica HPV-correlata come i tumori del tratto testa-collo, anali e del pene. Gli uomini che fanno sesso con uomini (MSM) sono considerati una categoria maggiormente a rischio. Inoltre, è importante considerare che la popolazione maschile rappresenta il principale serbatoio di infezione e funge da veicolo per entrambi i sessi.

Attualmente, il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale garantisce il vaccino anti HPV attivamente e gratuitamente per ragazzi e ragazze al dodicesimo anno di vita (11 anni compiuti), con estensione della gratuità fino ai 26 anni per le donne e fino ai 18 anni per gli uomini.

La Liguria estende il servizio di vaccinazione gratuita fino ai 29 anni per le donne (nate nel 1995) e per gli uomini fino ai 20 (nati nel 2004).

È possibile vaccinarsi contro HPV presso i centri vaccinali delle ASL anche in adesione ritardata e in occasione della chiamata al primo Pap test e per le categorie a rischio, come donne trattate con lesioni CIN 2 o di grado superiore, soggetti HIV positivi e MSM.

Il tasso di vaccinazione per HPV è in calo negli ultimi anni, complice anche la pandemia da SARS-CoV-2, e sempre più distante dalla soglia auspicabile del 95%.

L’Università degli Studi di Genova, in collaborazione con la Regione Liguria, Alisa e le Asl 2 e 3, ha, dunque, voluto realizzare il progetto “ImmUniGe” dedicato alla prevenzione del Papillomavirus per i più giovani.

Il professore Giancarlo Icardi, direttore dipartimento di Igiene dell'Università di Genova e prorettore ai rapporti con il sistema sanitario spiega: “Abbiamo pensato a un progetto che aumenti la copertura a partire dalle persone nate nel 1995. Ci si può vaccinare in Università, in via Balbi a Genova e nel campus di Savona. L’idea è anche sensibilizzare sul tema, ci sono quasi 45mila persone che gravitano attorno all’università, una popolazione ampia da sensibilizzare. Ci aiuteranno i giovani specializzandi di malattie infettive e medicina preventiva. I numeri ci dicono che quello che è stato fatto finora non basta e che dobbiamo impegnarci ancora di più: l’obiettivo, ambizioso, è quello di eliminare il cancro HPV-correlato. L’Australia ha fissato questo obiettivo per il 2040, in Italia e in Liguria possiamo fare altrettanto.

Il Professor Icardi si era già espresso nei giorni scorsi in merito ad un prolungamento dell’età raccomandata per la vaccinazione anti-HPV a 45 anni di età. Nonostante sia scientificamente dimostrato che la vaccinazione in età puberale sia la strategia più efficace per contrastare l’infezione da HPV, è necessario, infatti, considerare che vaccinare anche la popolazione più adulta e sessualmente attiva può trarre diversi benefici, riducendo sia la probabilità di contrarre l’infezione, sia le conseguenze sulla fertilità e poli-abortività che ne possono derivare.

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