Meningococco

Responsabile di una malattia spesso mortale o invalidante, il batterio Meningococco merita una sezione di approfondimento per l'impatto sulla società, in termini di qualità di vita e di costi sanitari, sociali, psicologici ed economici.

Bastano solo pochi minuti, quelli necessari per eseguire una vaccinazione oggi diffusamente raccomandata, per proteggere una persona da una malattia estremamente pericolosa come la meningite o la setticemia da meningococco, che non solo può condurre alla morte ma anche ad importanti disabilità, sia fisiche che psicologiche, dovute alle conseguenze dell’infezione.

E’ proprio la disponibilità di misure di prevenzione efficaci e sicure, ampiamente utilizzate, che rende necessario diffondere nella popolazione la corretta percezione del rischio di infezione e di sviluppo di malattia.

Ma che cos'è il meningococco? Quale malattia provoca? Quale è l’identikit del “paziente tipico”, della persona che rischia di più in base alle caratteristiche di salute e individuali? Proviamo a rispondere a queste domande.

Informazioni generali

Il Meningococco o Neisseria Meningitidis è il batterio che causa la malattia meningococcica 1, una patologia spesso grave e mortale, o fortemente invalidante, che può interessare il rivestimento del cervello e del midollo spinale (meningite) ed il sangue (sepsi)  1,2 . Sulla base delle caratteristiche dei polisaccaridi (zuccheri) della capsula di cui è rivestito il batterio, vengono classificati diversi sierogruppi (ossia tipi di batteri), sei dei quali sono più comunemente causa di infezioni gravi nell’uomo: A, B, C, X, Y e W-135 3. Il sierogruppo C è il più aggressivo, presentando tassi di letalità superiori agli altri sierogruppi: secondo i dati dell’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità la mortalità per meningococco C è stimata al 15%, rispetto al 14% del sierogruppo W, al 8% del sierogruppo Y e al 7% del sierogruppo B 4.

Il batterio è presente in tutte le zone del mondo, anche se un numero maggiore di infezioni si riscontra in Africa, nella cosiddetta “cintura della meningite”, che comprende le aree sub sahariane e le aree dall’Atlantico al Mar Rosso 3,5. In queste regioni la malattia è endemica e la maggior parte dei casi di infezione è causata dal meningococco del gruppo A. La distribuzione dei sierogruppi varia in base alle differenti aree geografiche 3: ad esempio, in Europa, il sierogruppo B causa più comunemente malattia grave in tutte le fasce di età sotto i 65 anni, seguito da C, W-135 e Y 3. Negli ultimi anni, in Europa, si è assistito ad un aumento delle infezioni del sierogruppo W-135 3.

Quale è la situazione nel nostro Paese? Nel 2020, sono stati segnalati 74 casi di malattia invasiva da meningococco, maggiormente tra i neonati <1 anno, tra i bambini di 1-4 anni e tra i giovani adulti 4. In Italia, l’incidenza (numero di nuovi casi nella popolazione) è più bassa (circa 3 casi ogni 1.000.000 di abitanti) rispetto all’Europa (circa 14 ogni 1.000.000 di abitanti) 5. Le infezioni da meningococco si manifestano più frequentemente alla fine dell’inverno o all’inizio della primavera 5.

Modalità di trasmissione, periodo di incubazione e periodo infettivo

Il batterio si trasmette da persona a persona: infatti, gli esseri umani sono l'unico serbatoio di Neisseria meningitidis 3,5. La trasmissione avviene tramite aerosol di goccioline o secrezioni del rinofaringe di persone colonizzate o infette 1, 2, 3, 5. Si stima che Neisseria meningitidis sia presente nel nasofaringe del 5-10% della popolazione, percentuale che sale fino al 25% se si prendono in considerazione gli adolescenti 3. Questi ultimi, infatti, rappresentano probabilmente la fonte principale di trasmissione del batterio alle persone di altre fasce di età, a causa dei loro comportamenti, come ad esempio la condivisione di cibo, bevande, sigarette ed oggetti in generale e la dinamica vita sociale e relazionale, che implicano un aumento del rischio di contrarre il batterio. Questa condizione viene definita di portatore asintomatico e solo una piccola percentuale (<1-5%) progredisce verso la malattia conclamata 3, 5. Nella maggior parte dei casi il batterio rimane nel tratto nasofaringeo per 4 – 8 settimane (portatore transitorio), ma talvolta può permanere anche per mesi (portatore cronico). Lo stato di portatore termina con la comparsa di anticorpi specifici. In generale, la principale causa di contagio è rappresentata dai portatori sani: solo nello 0,5% dei casi la trasmissione avviene da soggetti malati.

In caso di malattia, il periodo medio di incubazione è di 3-4 giorni 3, 5. La contagiosità termina effettivamente entro 24 ore dall'inizio della terapia antibiotica mirata 3, 5.

Segni, sintomi e complicanze

I due tipi più comuni di malattia da meningococco sono la meningite e la setticemia 1. Entrambe sono molto gravi e possono essere mortali nel giro di poche ore 1. Meno comuni sono la polmonite e l'artrite 3.

Meningite 1, 2, 3

L’infezione delle meningi (membrane che rivestono il cervello ed il midollo spinale) da meningococco (meningite meningococcica) si manifesta con:

  • Rigidità nucale

  • Febbre

  • Mal di testa

  • Fotofobia (sensibilità degli occhi alla luce)

  • Confusione

  • Anoressia

  • Nausea e vomito

Sepsi 1, 2, 3

L’infezione del sangue da meningococco (sepsi meningococcica) si manifesta con:

  • Febbre

  • Brividi

  • Confusione

  • Sudorazione

  • Forti dolori ai muscoli, alle articolazioni, al torace o all'addome


Nel 10-15% dei casi di malattia da meningococco si verifica il decesso nonostante la somministrazione di un trattamento terapeutico appropriato 2. Fino al 40% dei soggetti affetti da gravi infezioni del sangue muore 2. Tra le persone che sopravvivono, il 30-40% presenta complicanze fisiche e neurologiche gravi, come perdita dell’udito, disabilità cognitive, convulsioni, gangrena a livello delle dita delle mani, dei piedi, oppure a livello degli arti, che può necessitare di amputazione, cicatrici cutanee 2, 12, 13.

Inoltre, una percentuale rilevante (circa il 40%) di pazienti sviluppa complicanze psichiatriche/psicologiche (depressione, ansia, sindrome da stress post-traumatico) che ne condizionano pesantemente la qualità della vita.

E’ evidente dunque la necessità di arginare la diffusione del meningococco non solo per il costo che implica in termini di anni di vita persi, ma anche per l’impatto che la malattia ha sulla qualità di vita delle persone che sopravvivono ad essa e delle loro famiglie (basti pensare alle conseguenze psicologiche e alle disabilità fisiche che residuano in una percentuale non irrisoria di soggetti malati), nonché del carico economico sui sistemi sanitari (ospedalizzazione e gestione delle complicanze) e sulla società (perdita di produttività associata principalmente alle complicanze della malattia).

Fattori di rischio

Il rischio di infezione e di sviluppo di malattia da meningococco è aumentato in caso di 1, 2:

  • Bambini di età compresa tra 6 mesi e 3 anni e adolescenti

  • Soggetti che vivono in comunità come dormitori o caserme militari o frequentano scuole o università

  • Viaggiatori che si recano in luoghi dove le infezioni da meningococco sono comuni (ad esempio, Africa sub sahariana)

  • Soggetti con disturbi del sistema immunitario come AIDS

  • Soggetti che hanno subito asportazione della milza o con suoi deficit funzionali

  • Soggetti che assumono farmaci che deprimono il sistema immunitario

  • Soggetti che soffrono di alcune malattie croniche, come diabete, insufficienza renale cronica, malattie polmonari croniche, infezione da HIV, ed altre indicate nel Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2017-2019 14.

Diagnosi

La malattia meningococcica può essere difficile da diagnosticare perché i segni e i sintomi sono spesso simili a quelli di altre malattie 1. Nel sospetto di malattia meningococcica, in laboratorio è possibile eseguire colture su campioni di sangue o liquido cerebrospinale (che scorre tra le meningi) per accertare la presenza del batterio e stabilire l’antibiotico più idoneo al trattamento dell’infezione 1, 2. Possono anche essere eseguite analisi del sangue che rilevano la presenza di anticorpi contro i batteri o contro la capsula che li racchiude; i risultati ottenuti devono essere confermati con esame colturale 2. Recentemente, il progresso scientifico ha messo a disposizione un ulteriore strumento diagnostico. Si tratta delle moderne tecniche di biologia molecolare, come PCR e real-time PCR. Queste metodiche diventano importanti al fine di poter effettuare una rapida ed affidabile diagnosi differenziale, a costi relativamente contenuti e utile per iniziare tempestivamente una terapia mirata 6. Infatti, esse permettono di analizzare in poco tempo (circa 1 ora con i macchinari più recenti) il materiale genetico del patogeno presente nel campione ed identificarlo, distinguendolo dagli altri virus e batteri in grado di provocare un quadro clinico simile 6.

Trattamento

Il trattamento della malattia meningococcica avviene con antibiotici 1, 2, 3, 5. Le classi farmacologiche delle penicilline e delle cefalosporine sono le più utilizzate 2. Tuttavia, va precisato che esistono antibiotico resistenze soprattutto per il sierogruppo W 1. Al fine di prevenire danni cerebrali, ai bambini e agli adulti affetti da meningite possono essere somministrati anche corticosteroidi 2. La meningite batterica è sempre un’emergenza medica che porta ad un elevato rischio di complicanze e di mortalità soprattutto quando la terapia antibiotica adeguata non è iniziata entro poche ore dall’insorgenza della sintomatologia 7. Nei casi gravi il quadro clinico può peggiorare rapidamente con poche possibilità di trattamento salvavita 7.

Prevenzione

Cosa possiamo fare quindi per contrastare la malattia meningococcica?

Abbiamo fortunatamente due armi a nostra disposizione: il trattamento farmacologico post esposizione (profilassi antibiotica) e la vaccinazione.
Delle due, la vaccinazione rappresenta l’unica vera misura preventiva: infatti, la terapia antibiotica viene somministrata eccezionalmente, solamente in seguito al contatto accertato con una persona malata e che abbia ricevuto una conferma laboratoristica di infezione. Dunque, nel caso di un individuo “portatore” di meningococco che non abbia ricevuto diagnosi e conferma laboratoristica di malattia, i suoi contatti non riceveranno alcuna terapia antibiotica profilattica, rimanendo così “scoperti” nei confronti dell’infezione nonostante l’elevato rischio di essere stati contagiati.
Diventa quindi evidente l’importanza della vaccinazione, che rappresenta l’unico strumento concreto nei confronti della malattia meningococcica. Infatti, l’individuo vaccinato contro il meningococco sarà protetto dalla malattia anche in seguito ad un contatto stretto con i “portatori”, che rappresentano la principale causa di contagio e giocano un ruolo importante nella trasmissione e diffusione del microrganismo.

Profilassi post esposizione

Se una persona entra in contatto con un individuo infetto, ossia un caso confermato di infezione da meningococco, deve essere sottoposto a profilassi antibiotica e sorveglianza. Infatti, il rischio di ammalarsi, per i contatti stretti, diventa elevato rispetto alla popolazione generale. In particolare, la profilassi post-esposizione è prevista per i conviventi e i contatti stretti che abbiano avuto rapporti con l'ammalato nei 7 giorni precedenti la data della diagnosi.

Vaccinazione

Esistono vaccini sicuri ed efficaci per il contrasto della malattia da meningococco, che possono immunizzare le classi di popolazione a maggior rischio di malattia grave.

La storia dei vaccini contro il menincococco

Negli anni sono stati non pochi gli avanzamenti nella ricerca che, grazie allo sviluppo di metodiche sempre più innovative, hanno portato col tempo ad un miglioramento delle piattaforme vaccinali.

Attualmente, in Italia, sono disponibili i seguenti vaccini:

  • vaccini polisaccaridici coniugati monovalenti (MenC)

  • vaccini polisaccaridici coniugati quadrivalenti (ACWY)

  • vaccini contro la malattia invasiva da meningococco B.

Il primo vaccino contro il meningococco risale agli anni ‘60: si trattava di un vaccino polisaccaridico contro i sierogruppi A, C, Y, W-135. Nonostante la sua efficacia nella popolazione adulta, il vaccino ha mostrato presto alcuni limiti: in primo luogo, non si è dimostrato efficace nei bambini; successivamente, è emersa l’incapacità di ridurre lo stato di “portatore” e di conferire una memoria immunologica.

Ma cosa significa la frase “il vaccino non era in grado di assicurare una memoria immunologica”? La spiegazione è la seguente: si assisteva alla presenza di contagi tra le persone vaccinate dopo un tempo limitato dalla vaccinazione (circa 2 anni). Inoltre, non era ridotto il rischio di trasmissione e contagio, nemmeno in seguito all’esecuzione di dosi di richiamo. Al contrario, somministrare dosi aggiuntive di vaccino significava ridurre la risposta immunitaria indotta dalle precedenti dosi somministrate (fenomeno di iporesponsività).

In seguito, tutti questi limiti sono stati superati con lo sviluppo e l’introduzione dei vaccini coniugati.

Nei primi anni duemila è stato introdotto il primo vaccino polisaccaridico coniugato contro il meningococco C, seguito dal vaccino polisaccaridico coniugato quadrivalente ACYW135. Questi “nuovi” vaccini, in uso ancora oggi, prevedono una tecnologia che coniuga la molecola (polisaccaride) con una proteina, definita “carrier”, in grado di aumentare la capacità del vaccino di generare una risposta immunitaria (immunogenicità). A differenza dei precedenti, questi vaccini si sono dimostrati efficaci anche nei bambini. Inoltre, è stata verificata la loro capacità di conferire ai vaccinati la cosiddetta “memoria immunologica” (ossia la capacità del sistema immunitario di rispondere prontamente ad un nuovo “incontro” con il microrganismo), ottenendo una riduzione del numero di “portatori” di meningococco. Infine, ulteriori dosi di richiamo si sono dimostrate utili nel ripristinare la protezione contro la malattia (effetto “booster”).

Se la storia dei vaccini polisaccaridici coniugati (Men C o MenACWY) è iniziata diversi decenni fa, ben diverso è il percorso che ha portato alla nascita dei vaccini contro il meningococco B. Per anni, infatti, la ricerca di un vaccino efficace contro il sierogruppo B ha rappresentato una sfida importante per la vaccinologia, risultando ogni tentativo di vaccino fallimentare. Come mai? Il rapporto tra i rischi e i benefici indotti dalla vaccinazione risultava sfavorevole. Infatti, i vaccini in sperimentazione inducevano una scarsa risposta immunitaria contro l’infezione (scarsa immunogenicità) e implicavano il rischio di sviluppo di malattie autoimmuni, a causa della struttura chimica del polisaccaride di capsula molto simile a quella di molecole presenti nei tessuti del corpo umano: combattere la molecola significava quindi combattere non solo il meningococco, ma anche i tessuti umani, con il conseguente rischio di sviluppo di malattie.

In vaccinologia, come in qualsiasi altro atto medico e scientifico, il rischio non può essere mai superiore al beneficio, dal momento che il primum movens rimane “...primo non nuocere…”, accanto al “...perseguire la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell'uomo e il sollievo della sofferenza…”.

Per fortuna, si sono sviluppate col tempo tecnologie sempre più moderne e nel 2013, grazie ad una tecnica innovativa messa a punto da scienziati italiani e denominata “reverse vaccinology”, è stato sviluppato un vaccino universale contro il meningococco B.

La nuova tecnologia che ha permesso di identificare le molecole migliori da utilizzare (i migliori antigeni) per ottenere un vaccino capace di proteggere contro la maggior parte dei ceppi di meningococco B circolanti.

Nello specifico, la “reverse vaccinology” è una tecnologia che, dopo aver identificato tutte le molecole presenti sulla superficie del meningococco, seleziona quelle più promettenti per lo sviluppo dei vaccini. E’ stato poi inserito un componente (adiuvante) per interagire in modo efficace con il sistema immunitario umano e generare una risposta immunitaria valida e protettiva nei confronti della malattia nell’uomo. Il nuovo vaccino si è dimostrato sicuro ed efficace negli esseri umani adulti. [8] Finalmente dopo numerosi tentativi, nel secondo decennio degli anni duemila, è stato mosso, proprio in Italia, il primo passo per la prevenzione del meningococco B.

Dettaglio dei vaccini disponibili contro il meningococco, in Italia:

Attualmente, in Italia, sono disponibili i seguenti vaccini, consultabili sul calendario vaccinale 9, 10.

Vaccino coniugato monovalente contro il sierotipo C (MenC) - Menjugate® o NeisVac-C®, Meningitec® somministrabili a partire dai 2 mesi di vita - protegge solo dal meningococco del gruppo C.

In Italia, il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2017-2019 prevede l'utilizzo del MenC in tutti i bambini di età compresa tra 13 e 15 mesi, in concomitanza con il vaccino MPR (morbillo-parotite-rosolia).

Vaccino polisaccaridico coniugato tetravalente contro i sierotipi A,C,W-135,Y (Mcv4) - Menveo®, somministrabile dai 2 anni di età, Nimerix®, somministrabile dalle 6 settimane di età, MenQuadfi® somministrabile dai 12 mesi d’età.

Secondo il PNPV 2017-2019 il vaccino coniugato tetravalente può essere somministrato in alternativa al vaccino monovalente MenC tra il 13° e il 15° mese di vita. Negli adolescenti tra i 12 e i 16 anni si esegue il richiamo con vaccino quadrivalente a prescindere dal tipo di vaccino utilizzato in infanzia per la prima dose (monovalente contro MenC o tetravalente ACWY). In Liguria, in particolare, è possibile scegliere la vaccinazione tetravalente per il bambino qualora si voglia aumentare la protezione nei confronti di più ceppi batterici, co-partecipando alla spesa sanitaria.

La vaccinazione contro meningococco C e ACWY è inoltre raccomandata nei seguenti casi:

Individui affetti da almeno una delle seguenti patologie:

•malattie epatiche croniche gravi, insufficienza renale, diabete mellito tipo 1;
•mancanza o difetto di funzione della milza;
•talassemia e anemia falciforme;
•condizioni associate a immunodepressione, come trapianto d’organo, terapia antitumorale, terapia con cortisonici ad alte dosi;
•immunodeficienze congenite o acquisite, come HIV;
•perdita di liquido cerebrospinale;
•difetti del sistema immunitario, come difetti congeniti del complemento.

Individui che presentino le seguenti condizioni di vita:

•lattanti che frequentano gli asili nido;
•ragazzi che vivono in collegi, frequentano discoteche e/o dormono in dormitorio;
•reclute militari;
•persone a rischio di contagio durante un’epidemia;
•chiunque debba recarsi in regioni del mondo dove la malattia meningococcica è comune, come ad esempio alcune zone dell’Africa;

Vaccini contro meningococco di sierogruppo B:

1. vaccino contro il meningococco B (4CMenB) -Bexsero®, somministrabile a partire dai 2 mesi di vita. Questo vaccino, nei soggetti di età superiore all’anno, può essere somministrato in associazione con il vaccino coniugato tetravalente (Menveo®).

Di seguito le diverse schedule vaccinali, per fasce di età.

  • I lattanti di età compresa tra 2 e 5 mesi devono ricevere 4 dosi di vaccino:
    3 dosi per l’immunizzazione primaria, di cui la prima somministrata all’età di 2 mesi, con un intervallo tra le dosi di non meno di un mese
    1 dose di richiamo effettuata tra i 12 ed i 23 mesi di età

  • I bambini non precedentemente vaccinati di età compresa tra i 6 e gli 11 mesi devono ricevere 3 dosi di vaccino:
    2 dosi per l’immunizzazione primaria, con un intervallo tra le dosi di non meno di 2 mesi
    - 1
     dose di richiamo nel secondo anno di vita, con un intervallo di circa 2 mesi tra ciclo primario e dose di richiamo

  • I bambini non precedentemente vaccinati di età compresa tra i 12 ed i 23 mesi devono ricevere 3 dosi di vaccino:
    2 dosi per l’immunizzazione primaria, con un intervallo tra le dosi di non meno di 2 mesi
    - 1
     dose di richiamo dopo un intervallo compreso tra 12 e 23 mesi tra il ciclo primario e la dose di richiamo.

  • I bambini non precedentemente vaccinati di età compresa tra i 2 ed i 10 anni devono ricevere 2 dosi di vaccino:
    2 dosi per l’immunizzazione primaria, con un intervallo tra le dosi di non meno di 2 mesi. Non è stata stabilita la necessità di una dose di richiamo.

  • Gli adolescenti (di età pari o superiore agli 11 anni) e gli adulti devono ricevere 2 dosi di vaccino: 
    2 dosi per l’immunizzazione primaria, con un intervallo tra le dosi di non meno di 1 mese. Non è stata stabilita la necessità di una dose di richiamo.

2. vaccino contro il meningococco B -Trumenba®, somministrabile a partire dai 10 anni di età. La scheda tecnica prevede un ciclo primario a 2 dosi a distanza di 6 mes); invece, nei soggetti ad elevato rischio di malattia invasiva (soggetti che non hanno milza o che presentano una milza non funzionante, o deficit del complemento) può essere somministrata una terza dose aggiuntiva.

La vaccinazione è offerta gratuitamente ai pazienti a rischio di forme gravi di malattia, che presentano fattori di rischio predisponenti (ad esempio diabete, malattie epatiche, insufficienza renale, patologie del sistema immunitario), oltre ad essere raccomandata, indipendentemente dall'età, ai bambini che vivono in comunità, in corso di epidemie o viaggi in zone nella quali circola la malattia.

Gli effetti collaterali riferiti in seguito alla somministrazione dei vaccini contro il meningococco (MenACWY, MenB e MenC) sono generalmente lievi. Essi includono dolore e rossore al sito di inoculo, febbre, mal di testa e stanchezza.

L'unica controindicazione alla vaccinazione è la reazione allergica grave ad una precedente dose o agli eccipienti contenuti nel vaccino. Il 5-10% dei vaccinati può presentare indolenzimento e rossore nella sede di iniezione, mentre il 2-5% dei bambini vaccinati può presentare reazioni generali quali febbre, disturbi intestinali (vomito, diarrea, inappetenza), irritabilità, disturbi del sonno. In genere gli effetti collaterali non durano più di 1 o 2 giorni. Sono estremamente rare le reazioni di tipo allergico e alcuni disturbi come convulsioni ed ipotonia.

La situazione in Liguria

Per quanto riguarda la popolazione pediatrica, a 24 mesi di vita la copertura vaccinale contro meningococco C risulta del 86,65% (ben sopra la media italiana del 70,96%), quella contro il meningococco B si attesta al 87,60% (al di sopra della media italiana del 66,30%), ed infine la copertura contro i gruppi A, C, W-135 ed Y si registra al 11,54%, mostrandosi molto inferiore rispetto alla media nazionale del 51,27%. Se si considerano invece i bambini di 4 anni di età, i dati indicano una copertura vaccinale del 90,25% contro meningococco C (media nazionale del 79,01%), del 87,97% contro meningococco B (media nazionale del 44,45%) e del 18,8% contro il meningococco di gruppi A,C,W-135 e Y (media nazionale 33,16%) 15.

Attualmente, gli ultimi dati liguri sulle coperture vaccinali negli adolescenti, aggiornati a al 2020, mostrano un incremento delle coperture vaccinali per il vaccino quadrivalente coniugato (MenACWY) attestandosi al 53,94% nei sedicenni e al 59,93% nei diciottenni. L’aumento osservato non è comunque ottimale e, di conseguenza la Regione Liguria ha deciso di attivare azioni di miglioramento 11] che comprendono anche opportunità per altri gruppi di età a rischio.

In particolare, le azioni previste per implementare l’offerta vaccinale anti-meningococco prevedono:

  • campagna vaccinale con offerta attiva e gratuita per la popolazione target 11-18 anni;

  • se già vaccinati con una dose di vaccino contro il meningococco (vaccino coniugato monovalente C o tetravalente ACWY) da più di cinque anni sarà offerto il richiamo della seconda dose, con vaccino coniugato tetravalente ACWY;

  • mantenimento della vaccinazione ai contatti di caso;

  • implementazione dell'offerta vaccinale nei soggetti a rischio;

  • offerta vaccinale con preparato tetravalente con compartecipazione al costo della spesa su richiesta alle persone di età maggiore 18 anni residenti o con domicilio sanitario in Liguria;

  • offerta vaccinale con preparato tetravalente con compartecipazione al costo della spesa su richiesta agli studenti fuori sede dell'Università presenti sul territorio ligure (non residenti e privi di domicilio sanitario in Liguria);

  • implementazione del sistema di sorveglianza delle malattie invasive batteriche

Al seguente link è possibile visualizzare il calendario vaccinale ligure.

E in conclusione?

Il meningococco rappresenta sicuramente una realtà importante nel panorama delle malattie infettive, fortemente impattante sia a livello sociale che sanitario. Fortunatamente, oggi abbiamo a disposizione armi preventive efficaci, sicure e ben tollerate frutto della sempre maggiore innovazione tecnologica in ambito scientifico.

Per qualsiasi altra informazione, in particolare per consigli specifici ed individuali, consigliamo di rivolgersi al proprio medico di medicina generale o al pediatra di libera scelta.


Fonti / Bibliografia
  1. https://www.cdc.gov/meningococcal/index.html (ultimo accesso 02/05/2022)

  2. https://www.msdmanuals.com/it-it/casa/infezioni/infezioni-da-meningococco/infezioni-da-meningococco (ultimo accesso 02/05/2022)

  3. https://www.ecdc.europa.eu/en/meningococcal-disease/factsheet (ultimo accesso 02/05/2022)

  4. https://www.ecdc.europa.eu/sites/default/files/doc...

  5. M. Triassi, Igiene medicina preventiva e del territorio, Idelson-Gnocchi, Napoli, 2006

  6. Conca N, Santolaya ME, Farfan MJ, Cofré F, Vergara A, Salazar L, Torres JP. Diagnóstico etiológico en meningitis y encefalitis por técnicas de biología molecular [Etiologic diagnosis in meningitis and encephalitis molecular biology techniques]. Rev Chil Pediatr. 2016 Jan-Feb;87(1):24-30. Spanish. doi: 10.1016/j.rchipe.2015.07.024. Epub 2015 Oct 19. PMID: 26493774.

  7. Van de Beek D, de Gans J, Spanjaard L, Weisfelt M, Reitsma JB, Vermeulen M. Clinical features and prognostic factors in adults with bacterial meningitis. N Engl J Med. 2004 Oct 28;351(18):1849-59. doi: 10.1056/NEJMoa040845. Erratum in: N Engl J Med. 2005 Mar 3;352(9):950. PMID: 15509818.

  8. Sette A, Rappuoli R. Reverse vaccinology: developing vaccines in the era of genomics. Immunity. 2010;33(4):530-541. doi:10.1016/j.immuni.2010.09.017

  9. https://www.ema.europa.eu/en

  10. http://www.aifa.gov.it/

  11. DELIBERAZIONE N. 12 del 15 gennaio 2020

  12. Buysse CM, Vermunt LC, Raat H, Hazelzet JA, Hop WC, Utens EM, Joosten KF. Surviving meningococcal septic shock in childhood: long-term overall outcome and the effect on health- related quality of life. Crit Care. 2010;14(3):R124.

  13. Sadarangani M, Scheifele DW, Halperin SA, Vaudry W, Le Saux N, Tsang R, Bettinger JA; investigators of the Canadian Immunization Monitoring Program, ACTive (IMPACT). Out-comes of invasive meningococcal disease in adults and children in Canada between 2002 and 2011: a prospective cohort study. Clin Infect Dis. 2015 Apr 15;60(8):e27-35.

  14. https://www.salute.gov.it/portale/vaccinazioni/dettaglioContenutiVaccinazioni.jsp?lingua=italiano&id=4828&area=vaccinazioni&menu=vuoto#:~:text=Il%20Piano%20nazionale%20prevenzione%20vaccinale,l'eliminazione%20del%20carico%20delle

  15. https://www.salute.gov.it/portale/documentazione/p...;


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